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Catania: festa del beato Dusmet e Giornata del Migrante

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L’arcivescovo Renna: “aprire menti e cuori ai poveri e ai migranti”

“In questo momento storico urge una carità creativa, che sappia guardare ai poveri e ai migranti con gli occhi della fede per costruire risposte cariche di umanità”. E’ il messaggio lanciato dall’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, in occasione della 109ma giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che nella diocesi di Catania ha coinciso con i festeggiamenti del beato Giuseppe Benedetto Dusmet, l’arcivescovo servo dei poveri e testimone fedele del Vangelo.

“Il beato Giuseppe Benedetto Dusmet – ha ricordato l’arcivescovo Renna nel corso di una concelebrazione liturgica nella Cattedrale di Catania a cui hanno partecipato molti fedeli e sacerdoti di diversi Paesi dell’Asia e dell’Africa – fu l’arcivescovo della carità unita ad una grande vicinanza alla gente. In lui splende una creatività nella carità”. “Il beato Dusmet – ha aggiunto l’arcivescovo – si trovò davanti a sfide sempre nuove. Ad esempio egli affrontò la povertà educativa chiamando nella diocesi di Catania congregazioni religiose allora appena nate (salesiani, figlie di Maria Ausiliatrice). E Istituì opere nuove, come l’Opera del soccorso agli infermi poveri a domicilio, che sepperispondere al bisogno dei tanti malati poveri che non venivano accolti negli ospedali pubblici” .

“Se Dusmet vivesse ai nostri giorni – secondo mons. Renna – la sua attenzione, oltre che alla povertà, sarebbe rivolta anche al tema dei migranti”.

E a questo proposito l’arcivescovo ha ricordato che “la nostra coscienza cristiana è interpellata dagli eventi che sono sotto i nostri occhi di tutti. E pertanto è necessario che si torni a riflettere sulle cause dell’emigrazione: sembra che dimentichiamo da dove vengono e quali lager hanno attraversato questi fratelli”. “Spesso – ha proseguito l’arcivescovo – l’opinione pubblica gira la testa dall’altra parte, mentre la legislazione italiana ed europea non tengono conto delle condizioni geopolitiche attuali, di quello che accade in molti Paesi del mondo”. L’arcivescovo ha poi ricordato le parole del messaggio Papa, soffermandosi in particolare su alcuni passaggi. Il primo: « Migrare dovrebbe essere sempre una scelta libera, ma di fatto in moltissimi casi, anche oggi, non lo è. Conflitti, disastri naturali, o più semplicemente l’impossibilità di vivere una vita degna e prospera nella propria terra di origine costringono milioni di persone a partire”.

Lascia perplessi, secondo l’arcivescovo di Catania, la volontà politica di rispedire indietro i migranti: “è come catturare una persona che è fuggita da un lager e riportarla lì, dove troverà ancora tortura e morte. Le recenti proposte e soluzioni meritano una più realistica valutazione: il legislatore dovrebbe chiedersi quali risorse hanno i diseredati per potereentrare nella nostra terra? Non sappiamo forse che vengono depredati lungo rotte disperate?”

Il Papa ci ricorda nel suo Messaggio – ha aggiunto l’arcivescovo di Catania – che: « Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione”. Per poter eliminare questi drammi e queste tragedie è necessario l’impegno di tutti. “Come ci ricorda il Papa – ha suggerito mons. Renna – dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune”.

L’arcivescovo ha anche ripreso le parole del Papa a Marsiglia, soprattutto quelle in cui invitava a riflettere sul fatto chela soluzione non è respingere, ma “assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine.

L’arcivescovo Renna, infine, ha ricordato il recente viaggio del presidente italiano Sergio Mattarella e del suo omologo tedesco, Frank Walter Steinmaier, a Catania, Siracusa e Piazza Armerina. “Nella sua visita il presidente Mattarella– ha evidenziato mons. Renna – ha proposto all’attenzione europea un modello di accoglienza e integrazione che si è impiantato proprio qui in Sicilia (a Catania e a Piazza Armerina) con il progetto Don Bosco 2000. Questo progetto indica un modello che è ben altra cosa dalla lotta agli scafisti e alle Ong”.