CataniaCronaca

Indagine Carback: 68 misure cautelari di soggetti indagati per furti di autovetture con “cavallo di ritorno” e altro

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Su delega di questa Procura della Repubblica, circa quattrocento militari del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato “Cacciatori” Sicilia, Nucleo Elicotteri, Nucleo Cinofili) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di 68 soggetti indagati, a vario titolo, per i reati associazione a delinquere finalizzata al furto di autovetture oggetto di successiva estorsione con il metodo del c.d. “cavallo di ritorno” o di ricettazione, associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi e munizioni.

L’indagine, denominata “Carback” e coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a marzo 2021 e trae origine da una approfondita e qualificata attività di analisi sui furti di autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo apparentemente casuale.

Un primo filone di indagine, che si è proficuamente sviluppato grazie ai riscontri effettuati e all’attività tecnica svolta, ha permesso di delineare l’esistenza di una collaudata organizzazione, costituita da 45 persone, dedita alla commissione di furti, estorsioni e ricettazioni, con il coinvolgimento anche di un soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan dei “CURSOTI MILANESI”. In seno al sodalizio criminale operavano tre batterie di ladri, responsabili di 54 furti, attive nelle zone di Monte Po’, San Giorgio e San Cristoforo sulla base di taciti accordi che prevedevano una chiara suddivisione del territorio per lo svolgimento “coordinato” delle loro attività delittuose. La batteria di Monte Po’ operava nel quartiere Nesima di Catania e nei paesi etnei, quella di San Giorgio concentrava i propri interessi nella zona di Catania centro, mentre la batteria di San Cristoforo aveva “competenza” esclusiva sui centri commerciali del capoluogo.

Facevano parte dell’organizzazione criminale anche alcuni soggetti con il ruolo di intermediari che venivano contattati dalle vittime, direttamente o per il tramite di conoscenti, affinché si adoperassero per avviare l’iter per la restituzione del mezzo.

L’importo di ciascuna delle 33 estorsioni documentate poteva variare tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle condizioni dell’autovettura, al numero di persone intervenute nell’intermediazione ed al rapporto di conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto.

I veicoli asportati venivano lasciati in sosta sulla pubblica via, nel pieno rispetto di una regola non scritta in base alla quale ciascuna batteria, prima di disporre del mezzo, attendeva almeno tre giorni, per i seguenti motivi:

Ø concedere un congruo periodo di tempo al proprietario del veicolo rubato per mettersi in contatto con la batteria responsabile del furto ed intavolare l’illecita trattativa. Il cavallo di ritorno rappresentava, infatti, l’obiettivo principale in quanto garantiva all’associazione importi immediati e riduceva significativamente i rischi connessi alla gestione del mezzo (custodia, trasporto e altro);

Ø poter rimediare ad eventuali “torti”, qualora l’autovettura asportata fosse appartenuta a personaggi di particolare caratura criminale o persone a loro vicine, provvedendo all’immediata restituzione del mezzo;

Ø essere certi dell’assenza di eventuali dispositivi GPS nascosti e non individuati durante la “bonifica” del mezzo, scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti dalle Forze di Polizia.

Qualora le estorsioni non fossero andate a buon fine, trascorsi i tre giorni, le autovetture rubate venivano destinate alla ricettazione, anche fuori Provincia, per la successiva immissione nel fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambi.

In tale ambito investigativo, sono state deferite all’A.G. n. 13 persone per favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti, aiutando in tal modo gli autori del reato ad eludere le indagini.

Un secondo filone investigativo, nel quale sono rimaste coinvolte 30 persone, ha riguardato un ingente traffico di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale – con a capo un soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan mafioso “CAPPELLO” – che poteva contare anche sulla disponibilità di armi e munizioni. Al riguardo, sono state censite e monitorate n. 2 piazze di spaccio ubicate una nel quartiere “Librino” e l’altra nel quartiere “San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di oltre € 1.000 giornalieri per ciascuna piazza.

Gli associati coinvolti in entrambi i filoni d’indagine avrebbero condiviso la medesima base logistica, costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di San Giorgio, luogo in cui si concretizzavano accordi, incontri e pagamenti relativi alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli finalizzato alle estorsioni o ricettazioni, ma soprattutto sito in cui avvenivano le contrattazioni riguardanti ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a circa € 42.000 al kg e consegnata ai “grossisti” in vari

punti della città per essere evidentemente destinata al rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo o in altre Province.

SOGGETTI DESTINATARI DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE:

1) ABATE Agatino Lorenzo

2) BELFIORE Giuseppina

3) BIONDI Salvatore

4) CACIA Francesco

5) CAMMARATA Giuseppe

6) CARO Annibale Giovanni

7) CARBONARO Salvatore

8) CARUANA Giovanni Edoardo

9) CONA Febronio

10) CONDORELLI Gaetano

11) COSTA Mario Cristian

12) FALSAPERLA Emmanuele

13) FERRERA Massimo

14) FICHERA Santo

15) FONTANAROSSA Concetto

16) GIANGRECO Gioacchino

17) GIARDINARO Umberto

18) GIUFFRIDA Salvatore

19) GRASSO Salvatore Nicola

20) MANGANARO Kevin

21) MARINO Andrea Antonio

22) MASCALI Antonino

23) MASCALI Lorenzo

24) MAUGERI Francesco

25) MIRABILE Giuseppe

26) MUSUMECI Jonathal

27) NICOSIA Carmen

28) NICOSIA Sebastiano

29) PAPPALARDO Gabriele

30) PITTERÀ Orazio Simone

31) PRIVITERA Nunzio

32) PUGLIA Marco

33) PULVIRENTI Giuseppe

34) RICCIO Christian

35) RICCIO Fabio

36) RUSSO Agatino (classe ‘73)

37) RUSSO Agatino (classe ‘95)

38) RUSTICO Dario

39) RUSTICO Orazio

40) SANFILIPPO Angelo

41) SANTONOCITO Antonino

42) SCUDERI Giuseppe

43) SPATICCHIA Simona

44) STRANO Johnny

45) TORRISI Cristian

46) TRICOMI Alessandro

47) TRICOMI Santo

48) TROPEA Salvatore Alberto

49) VENTIMIGLIA Daniele Francesco

50) ZAMMATARO Roberto

51) ZUCCARELLO Giorgio Daniele

SOGGETTI DESTINATARI DI MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:

1) CADIRI Daniele

2) CAMBRIA Salvatore

3) CARUSO Salvatore

4) CONA Giacomo

5) DESI Sebastiano Giovanni

6) INTRUGLIO Antonio

7) LI PANI Rosario

8) MAGNI Valerio

9) PAVONE Emanuele

10) PIACENTE Giuseppe

11) PUGLISI Orazio

12) SAVOCA Antonino

13) SGROI Lorenzo

14) STORNIOLO Filippo Marco

15) STRANO Giuseppe

16) VINTALORO Fabio

17) VITTORIO Santo