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Scienze politiche, il fondo EU Next Generation al “centro” del dibattito degli studenti

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Oltre 50 allievi dell’insegnamento “Sistema Politico dell’Unione Europea”, tenuto dalla docente Francesca Longo, si sono confrontati sul pacchetto di aiuti economici approvato dal Consiglio europeo per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di COVID-19 mediante la tecnica del “debate”

I sistemi di pensiero differenti alla base delle scelte politiche che possono condizionare gli Stati e i suoi cittadini. E partendo da diverse teorie, oltre cinquanta studentesse e studenti del corso in “Sistema Politico dell’Unione Europea”, tenuto dalla prof.ssa Francesca Longo, si sono confrontati sul fondo EU Next Generation, pacchetto di aiuti economici approvato dal Consiglio europeo per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di Covid-19, un argomento di attualità, al centro da diverse settimane dell’agenda politica italiana e non solo.
Gli studenti, tutti del corso di laurea in “Storia, Politica e relazioni Internazionali” del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, suddivisi in tre squadre, hanno risposto al quesito “Deve l’UE approvare il principio di condizionalità che vincola la concessione dei fondi dell’EU Next Generation al rispetto dello stato di diritto?” al centro del debate, un dibattito strutturato “a distanza” tramite la piattaforma Ms Teams, una metodologia didattica interattiva, dinamica e pratica in cui i partecipanti, suddivisi in squadre, si confrontano su determinato argomento.
«Ogni squadra ha sostenuto un punto di vista incompatibile con quello dell’altra squadra e ha tentato di fare aderire una giuria alla propria posizione mediante argomentazioni – ha spiegato la prof.ssa Francesca Longo -. Questa tecnica consente di sviluppare capacità di ragionare criticamente, comunicare efficacemente e discutere in modo logico ed informato».
Tre le teorie a confronto: intergovernativaneo-funzionalista e neo-federalista.
«Le teorie intergovernative hanno indotto il primo gruppo a sostenere, coerentemente con gli assunti intergovernativi, che gli Stati sono gli attori che guidano il processo di Integrazione Europea e che, quindi, la loro sovranità non potrebbe mai essere affievolita da disposizioni che limitano la loro libertà – ha specificato la docente -. Il gruppo dei neo-federalisti e dei neo-funzionalisti hanno, invece, risposto positivamente al quesito, ma con diverse motivazioni. I neo-federalisti hanno sostenuto i vincoli che per gli Stati derivano dal Trattato che pone il rispetto dello stato di diritto come un principio comune a tutti gli stati membri, mentre i neo-funzionalisti hanno evidenziato che è interesse politico ed economico degli Stati membri rispettare i principi fondamentali su cui la stessa Unione, e quindi i suoi stati membri, si basano».
I tre gruppi sono stati seguiti, oltre che dalla docente, anche dalle tutor Iole Fontana, cultrice di Scienza Politica, e da Carlotta Costanzo e Eugenia Curione, laureate in “Global Politics and Euro-Mediterranean relations”, corso di laurea magistrale internazionale dell’Università di Catania.
«Ogni squadra ha ‘indossato’ gli occhiali della specifica prospettiva teorica assegnata e ha argomentato perché “sì” o perché “no”, identificando i riferimenti e giustificando la risposta attraverso le premesse e le argomentazioni teoriche della teoria assegnata e, inoltre, ha dovuto individuare obiezioni per le altre squadre e rispondere, a propria volta, alle osservazioni degli altri gruppi – ha aggiunto la prof.ssa Francesca Longo –. Questo esercizio è stato un successo, tutti gli studenti hanno dimostrato entusiasmo, impegno e passione nelle fasi preparatorie e di presentazione delle posizioni in aula e hanno pienamente compreso che “la teoria conta” nel senso che le scelte politiche non sono mai “neutre”, ma si basano su sistemi di pensiero differenti che determinano differenti soluzioni ed uno stesso problema».