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Paternò, intervista al portavoce del sindaco: “A Naso serve un secondo tempo”

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In un’intervista a tutto campo, il Portavoce del Comune di Paternò e del primo cittadino Nino Naso parla di politica nazionale e locale, con uno sguardo alle prossime elezioni Amministrative del 2022. Dice Andrea Di Bella: “Il progetto Naso merita di essere riproposto alla città. Sarà il sindaco a decidere se riprovarci”.

Come vede il panorama nazionale dopo un anno e mezzo di pandemia, le chiusure e le Regioni “a colori”? Adesso secondo lei si può davvero parlare di ripartenza? Oppure dovrà passare ancora del tempo per poter riprendere i ritmi di prima? Pensa che il Governo presieduto da Mario Draghi stia facendo del suo meglio per portare i cittadini verso quella ripartenza tanto attesa? Oppure pensa che da qui a qualche settimana possa esserci qualche frattura o lotta interna nei vari partiti tale da provocare un periodo di incertezza socio-politica-economica?

Le rispondo partendo dalla fine. Vi è una continua fibrillazione politica anche all’interno del Governo proprio per via della natura del Governo stesso. Siamo in presenza di un Esecutivo di emergenza nazionale, al cui interno convivono forze eterogenee che stanno insieme solo perché la pandemia ha messo momentaneamente tutti d’accordo, non certo perché vi è una condivisione della visione politica per il Paese. Le differenze anche fisiologiche tra una forza politica e l’altra portano quasi ogni giorno ad un confronto che in alcune occasioni può apparire incomprensibile ai cittadini. Talvolta lo è davvero, delle volte è però necessario per poi trovare un punto di sintesi sui diversi temi posti in essere in Parlamento ed in Consiglio dei Ministri. Riguardo la pandemia, continuo sempre a ripetere che non è ancora finita, che non bisogna abbassare la guardia, che serve ancora prudenza e giudizio soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione che forse tendono ad interpretare l’allentamento delle restrizioni come un “libera tutti” che farebbe soltanto del male perché decisamente prematuro. Riguardo la gestione Covid in Italia, posso solo dire che la differenza tra l’azione del commissario Domenico Arcuri e quella del generale Francesco Figliuolo è sotto gli occhi di tutti: mentre prima eravamo impegnati a sperperare un’enorme quantità di risorse pubbliche ad esempio per i banchi a rotelle, oggi con questa gestione commissariale ci si è voluti concentrare in modo forte sulla campagna vaccinale, e questo ha portato ad un’immunizzazione massiccia della popolazione del nostro Paese che adesso viaggia spedita. 

Come vede invece Paternò dopo un anno e mezzo di pandemia? Il sindaco si è dovuto confrontare con temi molto critici come la chiusura delle scuole e tutto ciò che è derivato dal Covid. Che clima di collaborazione ha percepito all’interno dell’Amministrazione? Tutti favorevoli o contrari alle decisioni del primo cittadino?

Le decisioni di chi governa, a qualsiasi livello, non possono sempre trovare piena ed incondizionata condivisione. È fisiologico che sia così. Fatta questa premessa devo ammettere che – ad eccezione delle sporadiche e piccole sacche di dissenso, anch’esse fisiologiche – le decisioni del sindaco Nino Naso sono state completamente comprese ed apprezzate dalla stragrande maggioranza dei paternesi. Anzitutto perché il sindaco non ha mai assunto decisioni di sua iniziativa ma lo ha fatto sempre confrontandosi con il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile (di cui Di Bella fa parte, ndr), e contemporaneamente con i dirigenti scolastici che ogni giorno manifestavano criticità all’Amministrazione nelle fasi più acute della cosiddetta seconda ondata. Quello della condivisione è un presupposto che Naso ha sempre anteposto alle scelte amministrative intraprese in questi quattro anni di Governo a Paternò. Non è un qualcosa che si può dire di tutti i sindaci. Riguardo la chiusura delle scuole di pertinenza comunale, con la continuazione delle lezioni con collegamenti a distanza, certo è stata una decisione sofferta ma necessaria, perché ha limitato fortemente l’espandersi del contagio. Questo non lo dico io ma i report che ogni giorno ricevevamo dall’Asp in quel momento drammatico, che fotografavano una situazione immediatamente diversa a distanza di pochi giorni dall’emanazione dei provvedimenti di chiusura del sindaco, che detiene la delega alla Protezione Civile ed è per legge la massima Autorità in materia sanitaria all’interno del Comune. 

Come ritiene abbia agito questa Amministrazione in base al fatto che Paternò non sia entrata in “zona rossa” mentre altri Comuni del comprensorio etneo si? Pensa che il Centro Vaccinale “Un nonno per amico”, voluto fortemente da questa Amministrazione, sia il fiore all’occhiello di questa comunità per questa lotta al Covid? Vede o percepisce diffidenza da parte dei cittadini? Crede si possa fare ancora di più per la lotta al covid?

Sbagliando, in molti ritenevano che l’ingresso in “zona rossa” avrebbe determinato dei benefici per la città. Ovviamente non è così. Far scattare le estreme restrizioni a Paternó, per come sono state concepite dal Governo Nazionale e Regionale, avrebbe costretto alla chiusura solo un esiguo numero di attività commerciali, permettendo di fatto spostamenti e tutto il resto. Va da se che l’Amministrazione con in testa il sindaco non ha ritenuto di procedere in questa direzione, ed ha fatto bene. Sarebbe stato forse opportuno un lockdown generalizzato e ristorare tutti adeguatamente, ma la “zona rossa” così come concepita non aveva senso e continua a non avere senso. Riguardo il Centro Vaccinale comunale, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Siamo ad oltre tremila cittadini paternesi vaccinati con altri tremila cittadini prenotati. Stabilito che la strategia migliore per combattere la pandemia è la vaccinazione di massa della popolazione, questa Amministrazione non ha fatto altro che agire conseguentemente: favorire, in accordo con l’Asp, il coinvolgimento di un importante numero di medici di medicina generale, di infermieri volontari, di Associazioni di Pubblico Intervento e di dipendenti comunali ed offrire un servizio all’avanguardia ai cittadini. 

E la polemica sulle prenotazioni?

Mi permetto di definirla la polemica del nulla. Mi spiace vi sia stato anche qualche collega giornalista che ha inventato di sana pianta la questione sulle prenotazioni impossibili, alimentando sfiducia in un momento in cui invece andavano alimentati sentimenti di fiducia e stabilità. Ad oggi, con oltre seimila persone coinvolte tra attuali vaccinati e future vaccinazioni, è chiaro a tutti che tra molte difficoltà il servizio prenotazioni ha retto. Il Comune ha messo a disposizione cinque linee telefoniche con cinque numeri di telefono dedicati che hanno continuato a squillare continuamente. Chi non è riuscito a prenotarsi alla prima telefonata, è riuscito a farlo richiamando successivamente.

Quali pensa che siano le conseguenze sociali derivanti da questa pandemia, peraltro tuttora in corso? Quali sono invece le sue speranze in qualità di funzionario pubblico, giornalista e soprattutto come uomo?

Da uomo la mia preoccupazione è maggiormente rivolta ai giovanissimi. La pandemia ha determinato un isolamento per via delle restrizioni che adesso credo produrrà degli effetti che mi spaventano, in vista dell’approssimarsi dell’estate. Con l’abolizione del coprifuoco e con la riapertura delle discoteche, è probabile che la situazione potrebbe sfuggire nuovamente di mano. Spero che tutto questo rimanga soltanto una preoccupazione isolata, mia e di pochi altri, e che possa prevalere il buonsenso da parte di tutti. Per quanto attiene al mio ruolo di Portavoce istituzionale di questo Comune, e più in generale da giornalista, auspico che chi ricopre incarichi di pubblica responsabilità approcci alle problematiche derivanti dalla pandemia con sempre maggiore tatto e sensibilità. In definitiva, non credo che il tentativo di imbarbarimento del dibattito pubblico da parte di certa stampa e di certi attori politici anche nella nostra città possa servire a qualcosa. È necessaria maggiore responsabilità da parte di chi opera nella comunicazione ed in politica, i cittadini hanno bisogno di essere rassicurati senza che si alimentino inutili preoccupazioni.

Paternò è da sempre associata a storia, arte, tradizioni e cultura. Ma quanto vale secondo lei la cultura a Paternò al giorno d’oggi? C’è veramente un calo di cultura? Se sì, cosa si potrebbe fare per portare nuovamente in auge la cultura a Paternò? Per quanto riguarda invece il tema dell’inciviltà, cosa si potrebbe fare nella pratica per arginare questo dilagante fenomeno che colpisce diversi quartieri della città?

Il tema della Cultura è fondamentale per ogni comunità che è capace di produrne ed offrirne. Paternò in questo non ha nulla da invidiare a nessuno. L’attuale assessore alla Cultura, appena insediato ha riunito tutte le Associazioni culturali della città e le ha responsabilizzate, affidandogli un ruolo fondamentale di indirizzo politico-amministrativo in ambito culturale. Tutto questo prima dello scoppio della pandemia, poi un allentamento fisiologico ha rallentato tutto. Adesso si sta cercando di riprendere la situazione, rilanciando anche gli incontri con l’autore con la presentazione di libri nella nostra Biblioteca Comunale. Serve fare di più? Assolutamente si. Giova uno slancio maggiore ed un’interlocuzione con l’Accademia delle Belle Arti di Catania e con l’Ateneo catanese. Una maggiore sinergia con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania permetterebbe di realizzare quel tanto agognato censimento puntuale di tutti i beni architettonici della nostra città e ricercare dunque un’interlocuzione anche regionale affinché Paternò possa essere immessa all’interno di un circuito culturale e turistico capace di attrarre il pubblico da ogni parte della Sicilia e non solo. Sono queste tutte iniziative a cui l’Amministrazione sta pensando. Per quanto riguarda l’inciviltà dilagante, che dire? Non è certo un’esclusiva della nostra città. Su cento preti non trovi cento santi, come su cento carabinieri non trovi cento uomini perfettamente aderenti ai doveri dell’Arma. Dunque, su cento cittadini non trovi cento cittadini civili ma trovi anche gli incivili. L’Amministrazione cerca in tutti i modi di garantire come minimo l’ordinario, ma serve uno sforzo comune da parte di tutti. Diversamente l’impegno in solitaria continuerà a risultare insufficiente.

L’anno prossimo ci saranno le elezioni Amministrative. Quali potrebbero essere i candidati alla poltrona di sindaco? Quali sono, o potrebbero essere, i partiti più forti che si confronteranno?

Manca ancora un anno. Tutte le ipotesi attualmente in campo, più o meno esplicitate dai diretti interessati, valgono poco o niente e sono destinate con ogni probabilità a dirottamenti dell’ultim’ora. Vi sono soggetti che vorrebbero portarsi avanti col lavoro anzitempo, anticipando la campagna elettorale che si preannuncia certamente infuocata. Da uomo pragmatico, le dico che saranno certamente le forze moderate e liberali ad ottenere maggior consenso. Lo dico io ma lo dicono anche tutti i sondaggi a qualsiasi livello. Un risultato positivo che tali forze potranno ottenere, ovviamente, se sapranno individuare il giusto candidato sindaco.

L’attuale sindaco, secondo lei, riproporrà la propria candidatura? Se sì, come potrebbe ampliare il proprio programma elettorale?

Senza ombra di smentita, il progetto messo in campo da Nino Naso nel 2017 merita di essere completato e dunque riproposto alla città. La candidatura dell’attuale sindaco rappresenterebbe il percorso più naturale non per se stesso ma per Paternò ed i paternesi. Detto questo, immagino che Naso deciderà il da farsi solo dopo aver sentito i suoi più stretti collaboratori e amici, come gli è solito fare prima di assumere ogni importante decisione pubblica. Per quanto riguarda il programma elettorale, non serve che lo si ampli, servirebbe piuttosto un “secondo tempo” per portare a termine quello presentato nel 2017. 

In questi anni ci sono stati diversi rimpasti di Giunta. Per ultimo c’è stata l’entrata di Pietro Cirino nella maggioranza. Ritiene che queste modifiche abbiano indebolito l’attuale Amministrazione?

Al contrario, ritengo che l’ingresso del gruppo civico “Paternò 2.0” nella maggioranza, e dunque in Giunta con l’ingresso di Pietro Cirino, abbia rinvigorito non solo la stessa maggioranza consiliare ma la proposta politica-amministrativa dell’Amministrazione nei confronti della città. Come ho già avuto modo di dire anche pubblicamente, Cirino è persona di assoluto valore personale, professionale ed anche politico. Saprà offrire, sia pure sul finire di questo mandato, tutto il suo prezioso contributo e le sue competenze maturate in decenni di impegno imprenditoriale e politico nel nostro territorio.