CronacaPalermo

PALERMO: OPERAZIONE “ALL IN – SI GIOCA”

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SMANTELLATE DUE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI CHE GESTIVANO LA RACCOLTA ILLEGALE DI SCOMMESSE . ESEGUITE 15 MISURE CAUTELARI PERSONALI, SEQUESTRATE 6 AGENZIE TRA PALERMO E NAPOLI 

Su delega della locale Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale
Antimafia – Sezione Palermo, coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, i
Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza
di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei
confronti di 15 soggetti, di cui:
 6 destinatari di custodia cautelare in carcere: Salvatore RUBINO (cl. 61), Vincenzo FIORE
(cl. 78), Christian TORTORA (cl. 76), Rosario CHIANELLO (cl. 72), Michelangelo
GUARINO (cl. 77) e Giovanni DI NOTO (cl. 74);
 9 sottoposti agli arresti domiciliari: Salvatore BARRALE (cl. 57), Maurizio DI BELLA (cl.
74), Pasquale SOMMA (cl. 70), Giovanni CASTAGNETTA (cl. 84), Davide CATALANO (cl.
79), Giacomo BILELLO (cl. 86), Pietro MONTALTO (cl. 89), Antonio INSERRA (cl. 65) e
Salvatore LOMBARDO (cl. 86),
a vario titolo indagati per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo delle
scommesse e truffa ai danni dello Stato, nonché per trasferimento fraudolento di valori.
Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 6 agenzie
scommesse, ubicate a Palermo e in provincia di Napoli, per un valore complessivo
stimato di circa un milione di euro.

Il provvedimento è in corso di esecuzione da parte di 100 militari della Guardia di Finanza
in forza ai Reparti di Palermo, Napoli e Salerno, che stanno inoltre effettuando numerose
perquisizioni in luoghi nella disponibilità degli indagati in Sicilia e in Campania.
Le complesse investigazioni oggetto dell’odierno provvedimento costituiscono la
prosecuzione dell’operazione “ALL IN” (giugno 2020), nel cui ambito le Fiamme Gialle di
Palermo eseguirono:
 misure cautelari personali nei confronti di 10 soggetti a vario titolo indagati per la
partecipazione e il concorso esterno nell’associazione di stampo mafioso “Cosa nostra”,
riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, questi ultimi reati aggravati dalla finalità di
aver favorito le articolazioni mafiose cittadine;
 il sequestro preventivo di 5 “imprese mafiose” che avevano acquisito/detenuto le
concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la raccolta di
giochi e scommesse sportive, nonché di tre ulteriori agenzie scommesse.
In tale contesto investigativo, gli specialisti antimafia del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia
Economico – Finanziaria di Palermo hanno sviluppato un secondo filone d’indagine che ha
permesso di ricostruire una complessa ed articolata rete di persone fisiche e giuridiche che
si è occupata della diffusione e della gestione della raccolta illegale delle scommesse.
È stata in particolare accertata l’operatività criminale di due distinte associazioni a
delinquere, parallele ma entrambe facenti capo al citato RUBINO Salvatore, promotore
delle attività illecite dei due citati gruppi e destinatario di parte dei rilevantissimi proventi così
ottenuti.
L’efficacia dell’azione criminale è testimoniata dalla capacità della rete commerciale illecita di
generare volumi di giocate di almeno 2,5 milioni di euro al mese, come desumibile da
alcune intercettazioni telefoniche.
Il primo gruppo criminale, capeggiato da Vincenzo Fiore e Christian Tortora e composto
da Salvatore Barrale, Maurizio Di Bella, Pasquale Somma e Giovanni Castagnetta,
sovrintendeva all’operatività di una rete di agenzie, ognuna delle quali riconducibile a soggetti
di fiducia (cc.dd. “master”).

La seconda organizzazione, che pure gestiva centri scommesse attraverso cui operava la
raccolta illecita, aveva come figure di rilievo Chianello Rosario e Guarino Michelangelo e
si avvaleva della collaborazione di Giovanni Di Noto, detto “Gianfranco”, già tratto in arresto
in quanto ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa della “Noce”.
Di questo gruppo criminale facevano parte anche Davide Catalano, Giacomo Bilello, Pietro
Montalto, Antonio Inserra e Salvatore Lombardo.
La raccolta illegale delle scommesse avveniva attraverso lo “schermo” di agenzie operanti
regolarmente in forza di diritti connessi a concessioni assegnate dall’Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli.
In sostanza, i gestori di agenzie abilitate alla raccolta lecita di scommesse “da banco”, in
accordo con le consorterie criminali indagate, alimentavano parallelamente un circuito
illecito accettando scommesse in contanti dai clienti che venivano convogliate su “conti
gioco” intestati a soggetti terzi mediante l’utilizzo di piattaforme straniere illegali.
L’organizzazione generava quindi un circuito vorticoso di flussi finanziari privi di
qualunque tipo di tracciabilità e sottratti totalmente al totalizzatore nazionale delle
Dogane e dei Monopoli.
In tal modo, riuscivano a sottrarsi all’imposizione fiscale e alle disposizioni in materia di
antiriciclaggio.
L’odierna attività conferma il perdurante impegno della Guardia di Finanza, sotto la
direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per individuare i segnali di
inquinamento dell’economia da parte delle consorterie criminali, contrastando ogni forma
di illecito arricchimento, a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti e rispettosi delle
regole.