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Discarica abusiva vicino a Etnaland. Rifiuti bruciati in un terreno di proprietà del parco divertimenti

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Nel mese di settembre 2022, nell’ambito di indagini coordinate da questa Procura della Repubblica, i militari del nucleo operativo di polizia ambientale della Guardia Costiera, hanno apposto i sigilli a una discarica abusiva realizzata in un ampio appezzamento di terreno in cui venivano incendiati metodicamente i rifiuti prodotti dal contiguo parco acquatico Etnaland, nel territorio di Belpasso. Sequestrati anche 1.000 metri cubi di rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani, oltre alle attrezzature e ai mezzi utilizzati per la perpetrazione dei reati.

Le indagini venivano avviate nel mese di agosto, periodo di massima attività di Etnaland, allorchè il personale della Guardia Costiera, nel corso di un sorvolo di controllo del territorio di giurisdizione ai fini della tutela ambientale, notava nell’area adiacente al parco acquatico delle grandi buche contenenti considerevoli quantità di rifiuti.

Veniva avviata, su disposizione di questa Procura, attività di videosorveglianza che, nell’attuale fase del procedimento in cui non si è pienamente realizzato il contraddittorio con le parti, ha consentito di verificare che i dipendenti di Etnaland, ogni pomeriggio, dopo avere raccolto rifiuti del parco acquatico, li avrebbero trasportati nei terreni adiacenti di proprietà del medesimo imprenditore presidente del CDA di Etnaland srl, ove i rifiuti sarebbero stati selezionati e in minima parte consegnati a ditte specializzate. La rimanenza, con il favore delle tenebre, sarebbe stata incendiata e seppellita all’interno di una buca appositamente scavata nel terreno oggetto di sequestro e prospicente la discarica abusiva.

Per tale ragione sono stati sottoposti a indagine quattro soggetti per le ipotesi di reato di cui agli art. 256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e 256/bis (combustione illecita di rifiuti) del Testo unico Ambientale e per gli art. 423 (incendio) e art. 452/bis (inquinamento ambientale) del Codice penale.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha convalidato il sequestro preventivo eseguito di iniziativa dal personale della Capitaneria di porto, emettendo proprio decreto di sequestro dell’area, dei rifiuti ivi allocati, dei mezzi e delle attrezzature.

Dai primi rilievi tecnici eseguiti si è appurato che tale illecita attività di abbruciamento e intombamento dei rifiuti si è protratta per diverso tempo nel terreno oggetto di sequestro, che per inciso, da visure catastali, risulterebbe di tipo seminativo, cagionando di fatto un danno ambientale che al momento è in fase di quantificazione.

Durante questa attività di tutela e salvaguardia ambientale il personale della Guardia Costiera si è giovato anche del valido supporto tecnico scientifico del personale di ARPA Sicilia, rafforzando di fatto quella sinergia istituzionale tra gli enti preposti prioritariamente alla tutela ambientale, accertando e perseguendo gli autori di violazioni che causano danni o situazioni di pericolo per l’ambiente, non solo in ambito marino e costiero, ma sull’intera filiera dei rifiuti.