Belpasso, il sindaco Motta sulla denuncia di Condorelli: “una sola parola, orgoglio”

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“Una sola parola, ORGOGLIO”. Esordisce così il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, in riferimento alla denuncia contro il pizzo dell’imprenditore dell’industria dolciaria, Giuseppe Condorelli. Denuncia che ha contributo ai 40 arresti della scorsa notte, nell’ambito dell’operazione “Sotto scacco” e che ha portato alla disarticolazione del clan malavitoso Santapaola-Ercolano.

“Un esempio, quello di Giuseppe Condorelli – ha dichiarato il sindaco – che deve servire da monito per altre aziende, denunciare è l’unica soluzione per vincere e continuare a lavorare. Tuttavia dopo gli anni 80-90, anni bui a Belpasso in cui la Mafia teneva sotto scacco l’imprenditoria locale, il vento è cambiato, ma non abbastanza. Le aziende devono e possono ribellarsi in massa per annientare questa rete intimidatoria creata dalla malavita.

“Il nostro Comune – ha continuato il sindaco – ha sempre perseguito la via della legalità, tra le altre cose ci siamo sempre costituiti parte civile nei processi per Mafia. Così, l’esempio di Condorelli infonde in noi tutti rinnovato coraggio, forza per scegliere sempre e comunque la strada giusta”.

Anche il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, in riferimento alla denuncia dell’imprenditore Condorelli dichiara: «La determinazione e la coscienza civile dimostrate dal cavaliere Giuseppe Condorelli sono un’ulteriore eccellenza siciliana, un altro esempio di come, con volontà e coraggio, le cose possano davvero cambiare in quest’Isola. Il governo regionale è al suo fianco e accanto a tutti gli imprenditori nel combattere l’odioso fenomeno delle estorsioni. Non piegarsi agli estorsori – aggiunge Musumeci – è l’unica via per sottrarre la nostra economia al giogo mafioso e dare un futuro ai nostri giovani. Come il cavaliere Condorelli, sono tanti quelli che si ribellano al racket, confidando nella presenza dello Stato, delle istituzioni e delle forze dell’ordine che, oggi più che mai, offrono un aiuto concreto a chi dice no al “pizzo”. È questa la strada da seguire per dimostrare che la nostra Sicilia non è irredimibile e che le mafie, piccole e grandi, non riusciranno a prevaricare i diritti dei siciliani  onesti».