“Valori, principi e regole, ecco lo ‘stile di vita’ Unict”
Presentato questa mattina il nuovo Codice etico e di comportamento dell’Università di Catania
“Non è un semplice obbligo di legge o un mero adempimento burocratico. Il nuovo Codice etico e di comportamento dell’Università di Catania, emanato nelle scorse settimane, testimonia la volontà di questo ateneo di ispirarsi, nell’ambito delle sue missioni legate alla formazione, alla ricerca e all’innovazione e della diffusione della cultura nel territorio, a valori e comportamenti etici precisi, senza se e senza ma. Un significativo cambio di passo che vogliamo compiere tutti insieme, e un impegno pubblico assunto di fronte a tutta la comunità”.
Ha esordito così il rettore Francesco Priolo aprendo l’incontro di presentazione del nuovo Codice che si è tenuto questa mattina sulla piattaforma MSTeams: “Stiamo presentando ufficialmente lo stile di vita e di comportamento che vogliamo perseguire giorno per giorno: non è un affare interno di Unict – ha sottolineato il rettore, ringraziando il delegato alla legalità e alla trasparenza Maurizio Caserta, la delegata alle pari opportunità Adriana Di Stefano, la presidente del Comitato unico di garanzia Germana Barone e gli altri componenti del gruppo di lavoro che ha redatto il testo – ma un insieme di regole e di principi condivisi che coinvolgono tutti coloro che a qualunque titolo abbiano rapporti con l’università. Non un passaggio formale quindi ma una scelta sostanziale che è stata a lungo discussa e alla fine sottoscritta all’unanimità dagli organi di governo”.
Il Codice etico e di comportamento – consultabile sul sito internet www.unict.it – individua e promuove i valori e i principi ritenuti essenziali nel perseguimento delle finalità istituzionali dell’Università di Catania al fine di realizzare un elevato livello di responsabilità di tutta la comunità accademica, in particolare la legalità, la tutela e la garanzia. Esso definisce le regole di condotta nelle relazioni interne all’Ateneo e nei rapporti con soggetti esterni che collaborano con l’Amministrazione, favorendo l’emergere di comportamenti virtuosi, regolando i conflitti di interesse e scoraggiando condotte eticamente non corrette o illecite. Ogni componente della comunità universitaria deve operare in accordo con i valori e principi in esso contenuti, impegnandosi a promuoverli e diffonderli, nella consapevolezza che un’amministrazione con più etica e più moralità può sviluppare con maggiore forze didattica, ricerca e terza missione.
“È un segnale preciso verso gli studenti e le loro famiglie, e inoltre verso tutti quelli che fanno riferimento all’Università di Catania e da essa si aspettano un comportamento all’altezza – ha
proseguito il prof. Maurizio Caserta -. Noi siamo una comunità di uomini e donne che giornalmente cercano di svolgere al meglio le proprie funzioni e i propri compiti, avendo cura dell’istituzione a cui apparteniamo e della responsabilità che a ciascun livello ci siamo assunti. Dobbiamo perciò avere consapevolezza dell’impatto che i nostri comportamenti possono avere sugli altri, in particolare sugli studenti che trascorrono qui un periodo importante della propria vita ed è giusto che pretendano il massimo, o ancora in relazione all’impatto positivo sulla qualità della vita e sulla crescita del nostro territorio o del nostro Paese che possono avere le nostre attività di ricerca”.
“E’ un impegno del quale dobbiamo sentirci investiti in maniera solenne – ha continuato il delegato – e che possiamo svolgere, nel solco di queste regole di condotta, ispirandoci quotidianamente a principi e valori, quali la responsabilità, la libertà e la dignità delle persone, l’uguaglianza, il rifiuto di ogni discriminazione e le pari opportunità, la lealtà e la correttezza, la valorizzazione del merito, l’integrità e la professionalità, l’imparzialità e l’equità, la trasparenza, la riservatezza, la tutela della salute e la salubrità dei luoghi di studio e di lavoro, la tutela dell’ambiente e la sostenibilità, la solidarietà”. La responsabilità, ha concluso il prof. Caserta, sarà anche monitorata e stimolata, anche attraverso l’applicazione di sanzioni credibili ed efficaci.
“Ci attendiamo che questo nuovo codice non resti nei cassetti – ha auspicato la prof.ssa Adriana Di Stefano – ma circoli di mano in mano, venga letto e ‘vissuto’ da tutti, perché concerne la quotidianità della nostra vita di relazione negli ambienti universitari”. “Nelle nostre intenzioni – ha continuato – esso deve servire a prevenire più che a sanzionare, a promuovere la cultura delle pari opportunità, della legalità e la pratica della buona amministrazione, favorendo, con strumenti efficaci, il contrasto a ogni forma di discriminazione, violenza o molestia. Le parole chiave sono etica, dovere e fiducia, ciascuna declinata nelle varie sezioni del documento. Preferiamo parlare di comportamenti attesi, ad esempio, in luogo di obblighi. E soprattutto puntiamo a realizzare condizioni di fiducia e garanzia a vantaggio di chi si ritrova suo malgrado vittima di comportamenti inattesi o illegali, o di chi intende segnalarli, per far sì che siano rimediabili. Ecco perché il Codice richiede a tutti noi impegni di prevenzione, protezione e promozione”.
In conclusione il rettore ha anticipato che saranno promosse ulteriori occasioni di approfondimento su temi specifici del codice ed eventuali incontri ‘bilaterali’ con le categorie interessate’, a conferma di una costante disponibilità al confronto da parte dei vertici dell’Ateneo.