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UNICT – Saperi e Mirabilia siciliane, il patrimonio dell’Ateneo in mostra al Palazzo centrale

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Il Museo, riaperto ai visitatori un mese fa, ha richiamato quasi duemila visitatori affascinati dalle collezioni dell’antico Siculorum Gymnasium

All’ingresso un antico gonfalone e l’arazzo del Siculorum Gymnasium accolgono i visitatori. E da una stanza ad un’altra è un susseguirsi di collezioni di preziosi beni museali, testimonianza e espressione del grande valore storico-artistico, scientifico e documentale del patrimonio universitario catanese.
Il Museo dei Saperi e le Mirabilia siciliane, realizzato dal Sistema Museale d’Ateneo, si trova al piano terra del Palazzo centrale dell’Università di Catania e ha richiamato in un mese dalla riapertura quasi duemila visitatori affascinati dalle collezioni scientifiche, archeologiche, botaniche, minerali e naturalistiche.
Un’esposizione che consente ai visitatori, numerosi gli stranieri presenti, di comprendere il cospicuo patrimonio dei saperi e dei beni che sono il frutto dello svolgersi della secolare attività di ricerca, di didattica e di divulgazione dell’Ateneo catanese, il più antico della Sicilia.
Il Museo, dopo una pausa estiva dal 7 al 22 agosto, riaprirà lunedì 23 agosto e sarà visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 13,30 e il mercoledì anche dalle 15,30 alle 18,30.
«Al suo interno è possibile apprezzare un ‘assaggio’ di tutto ciò che è esposto nelle varie strutture museali universitarie già esistenti come il Monastero dei Benedettini, Orto Botanico, Museo di Zoologia e Casa delle farfalle, Villa Zingali Tetto, Torre Biologica, Città della Scienza – spiega la prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema museale d’Ateneo -, collezioni, raccolte, patrimonio storico-artistico, ma anche tradizioni della ricerca e ritratti e testimonianze di grandi personalità dell’Università di Catania».
Ceramiche e reperti archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, crani, scheletri e reperti anatomici, antichi microscopici e strumenti di misurazione, tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane, animali impagliati, e altro ancora.
Fino al 30 ottobre sarà visitabile gratuitamente anche la mostra “Etna 1669” ospitata nei locali del museo riservati alle esposizioni temporanee. Al suo interno i visitatori potranno ripercorre la storia del fenomeno eruttivo, documentato nelle cronache del tempo, descrivendo lo stravolgimento del territorio etneo e le conseguenze sugli abitanti.
In mostra preziose opere salvate dalla popolazione in fuga al sopraggiungere della lava, oltre a un ricco patrimonio documentale, scientifico e artistico come la Testa dell’Angelo del gruppo scultoreo dell’Annunciazione di Antonello Gagini (XV secolo) e il Reliquario del Santo Chiodo in oro e argento del 1709.