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Unict: al via il 2 marzo il corso di Digital Forensics

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Grazie alla collaborazione con l’azienda israeliana Cellebrite gli studenti potranno cimentarsi con le più recenti tecnologie nell’ambito della Mobile Forensics.

Un’offerta formativa sempre più ricca per gli studenti che parteciperanno al corso di Digital Forensics al via il prossimo 2 marzo.
«L’edizione di quest’anno inaugura una collaborazione con l’azienda israeliana “Cellebrite” che consentirà agli studenti di cimentarsi con le più recenti tecnologie nell’ambito della Mobile Forensics – spiega il prof. Sebastiano Battiato, ordinario di Informatica del Dipartimento di Matematica ed Informatica dell’Università di Catania e titolare della cattedra del corso -. Per la prima volta in Italia si è attivata una licenza “academy” con cui verranno organizzate delle sessioni di laboratorio sul campo con strumenti di punta quali Universal Forensic Extraction Device, Physical Analyzer e altri».<br>Incardinato nel corso di laurea in Informatica, “Digital Forensics” prevede una formazione “a distanza” di 72 ore complessive (due incontri settimanali fino a giugno) e un workshop di approfondimento sulle investigazioni digitali e sugli ultimi risvolti della tecnologia e della scienza forense.
«Nel nostro ateneo, fra i primissimi nel panorama nazionale, dall’anno accademico 2010-2011 si è affermato negli anni il corso di Computer Forensics con l’obiettivo di potenziare l’efficacia delle attività di investigazione in ambito informatico e di ridurre il rischio di errori investigativi, promuovendo l’utilizzo di precise tecniche di analisi dei reperti informatici, fonti di prova spesso decisive – spiega il prof. Battiato -. In questi anni centinaia di studenti, professionisti del mondo giuridico, tecnico e soprattutto esponenti delle forze dell’ordine hanno frequentato con successo le lezioni e affrontato gli esami, cimentandosi in veri e propri casi investigativi creati ad-hoc».
«Il corso, che contiene il giusto mix di contenuti tecnico-scientifici e giuridici, esamina gli aspetti tecnologici e giuridici attinenti alla prova digitale in ambito forense – aggiunge il docente -. Ci si soffermerà in particolare sulle best-practice da utilizzare sul campo per acquisizione, conservazione, analisi e produzione dei dati digitali rinvenuti nei dispositivi digitali e dei flussi telematici per la loro utilizzabilità nell’ambito forense».
«Particolare rilievo verrà dato al settore del Multimedia Forensics con particolare riferimento alle immagini e video digitali acquisite con sistemi più diversi (smartphone, telecamere di videosorveglianza) e si approfondiranno le relative tecniche investigative alla luce anche dei recenti casi di cronaca in cui la ricostruzione delle dinamiche di fatti criminosi è risultata spesso decisiva» aggiunge il prof. Battiato.
Previsti anche seminari professionalizzanti tenuti da appartenenti alle forze dell’ordine, giuristi, esperti tecnici ed è inoltre confermato il supporto da parte di aziende software che operano nel settore (Amped, LegalEye, Cy4Gate).
«Fra le attività e gli argomenti di approfondimento della edizione corrente segnaliamo il focus sulla   contraffazione di dati (articoli scientifici, immagini, video) con particolare riferimento alla problematica dei DeepFake» spiega il docente.
Il corso, come da tradizione, è aperto anche a studenti di altri corsi di studio affini e a coloro che esercitano o si preparano a esercitare professioni in ambito investigativo, giuridico e informatico e si avvale della partnership scientifica tra il gruppo di ricerca Image Processing Lab con istituzioni locali, forze di polizia ed enti locali impegnati quotidianamente a contrastare i crimini informatici sulla Rete e non solo. Confermato il supporto diretto dello Spinoff Universitario iCTLab, una realtà professionale d’avanguardia, centro di eccellenza a livello internazionale, che offrirà agli studenti spunti per possibili linee di ricerca e di carriera nel settore specifico e che quest’anno si è fatta carico delle licenze Cellebrite e delle sessioni di laboratorio.