Una rete di sensori per il monitoraggio dei vulcani in luoghi difficilmente accessibili
Il progetto Etna-Net di INGV ed ST Microelectronics NV ha coinvolto anche l’Università di Catania
Osservare e monitorare i vulcani anche nei luoghi difficilmente accessibili, come le aree impervie dell’Etna e all’interno delle grotte di scorrimento lavico. Da oggi è possibile grazie al progetto Etna-Net che mira a creare una rete di sensori per il monitoraggio di grandezze fisiche in luoghi difficilmente più remoti.
E proprio nella grotta Micio Conti presente all’interno della Riserva naturale integrale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” gestita dall’Università di Catania, diretta dal geologo Giovanni Sturiale, è stato installato un kit di monitoraggio nell’ambito del progetto frutto di una collaborazione tra l’Osservatorio Etneo dell’Ingv e ST Microelectronics NV, un’azienda italo-francese produttrice di componenti elettronici a semiconduttore, che ha diverse sedi in Italia tra cui Catania e che sta portando avanti l’applicazione di micro sistemi elettromeccanici (MEMS: Micro Electro-Mechanical Systems) per lo studio delle dinamiche del vulcano Etna.<
«Il video – spiegano Alessandro Bonforte e Roberto Maugeri dell’Ingv e Rosario Catania di STMicroelectronics – mostra l’utilizzo di un kit di trasmissione a radiofrequenza con tecnologia LoRa (Long Range) prodotto da ST, composto da una scheda che fa da Nodo, che contiene i sensori e il modulo di trasmissione dati, e una scheda che fa da Gateway, che riceve questi dati e li immette in una rete cablata Lan e anche su internet se viene collegata ad un modem. Questo Sistema offre grandi potenzialità per creare infrastrutture che possono sostenere la comunicazione di tanti sensori dislocati anche a distanza tra loro e in zone remote o non facilmente accessibili».