Sperimentazione e innovazione nella lingua inglese, a Catania il 30° convegno dell’Associazione italiana di Anglistica
Il monastero dei Benedettini ospiterà oltre trecento studiosi da tutta Italia che faranno il punto sullo stato dell’insegnamento, dello studio e della ricerca legati alla cultura d’Oltremanica
Da giovedì 15 a sabato 17 settembre, all’Università di Catania si terranno gli ‘stati generali’ dello studio, dell’insegnamento e della ricerca universitari in Anglistica, che abbraccia i settori della lingua, della letteratura e della cultura inglese. L’Associazione italiana di Anglistica tiene, infatti, nella sede dell’ex Monastero dei Benedettini, oggi dipartimento di Scienze umanistiche dell’Ateneo, il proprio trentesimo convegno, che torna in presenza dopo la pausa biennale dovuta alle restrizioni per il Covid-19.
“Experiment and innovation: branching forwards and backwards”, questo il titolo che farà da filo conduttore all’assise di oltre 300 studiosi da ogni università italiana e di prestigiosi ‘plenary speakers’ provenienti da università anglosassoni, la cui organizzazione è stata curata in ogni particolare dal gruppo degli anglisti del Disum – i docenti Stefania Arcara, Salvatore Ciancitto, Manuela D’Amore, Iain Halliday, Mariagrazia Nicolosi, Gemma Persico, Giuliana Russo, Massimo Sturiale (membro del Direttivo AIA), Marco Venuti, Francesca Vigo e Raffaele Zago – coadiuvati da Maurizio Ascari (Università di Bologna) e Giovanna Buonanno (Università di Modena e Reggio Emilia), anch’essi componenti del comitato scientifico del convegno.
Sperimentazione e innovazione permetteranno inoltre di estendere la riflessione a temi che vanno oltre quelli tradizionali dell’Anglistica, per esempio l’evoluzione dell’inglese utilizzato in Medicina o in altre discipline scientifiche o contesti, tra passato e futuro – dalle ricette di cucina alla divulgazione scientifica, passando per la comunicazione legale, le teorie complottistiche, l’uso dei social, i temi ‘gender’, immigrazione e viaggi, pandemia e comunicazione digitale, cinema e altri linguaggi artistici, e l’uso accademico o aziendale dell’inglese – e dedicando un’attenzione specifica alle aree post-coloniali come l’Egitto o il Canada.
La direzione prescelta è quindi sempre più ‘ibrida’, ramificata, e promette risultati e contributi pure a discipline come la storia delle idee, la storia della medicina o della fisica e tante altre, pur mantenendo fede alle basi disciplinari del sapere umanistico, come evidenzieranno i ‘plenary speakers’ Mona Baker (University of Oslo), Colin Burrow (University of Oxford) e Patricia Pulham (University of Surrey) e I numerosi altri interventi previsti nei 35 seminari e nelle tavole rotonde in programma.
Il convegno, che si tiene per la seconda volta a Catania (nel 2001 la città etnea aveva ospitato la ventesima edizione dal titolo ‘Rites of Passage’), sarà preceduto da una sessione espressamente dedicata ai neo-ricercatori che si terrà mercoledì 14 nella sede della Struttura didattica di Ragusa.
La giornata inaugurale si aprirà giovedì 15 settembre alle 10 nell’auditorium ‘De Carlo’ dei Benedettini, al termine della quale è prevista una rappresentazione riservata ai convegnisti del
‘Macbeth’ di William Shakespeare nello spazio dell’ex Centro Experia di via Plebiscito, curata dalla compagnia dei Fratelli Napoli.