Grotta Monello: liberato un esemplare di Occhione
Era stato ritrovato in difficoltà nelle settimane scorse in un’area adiacente alla riserva naturale gestita dall’Università di Catania
Un esemplare della specie Occhione è stato liberato ieri mattina nella zona epigea della Riserva naturale integrale “Grotta Monello” di Siracusa, l’area protetta gestita dall’Università di Catania.
A rimetterlo in libertà il direttore dell’area protetta siracusana Salvatore Costanzo e l’ornitologo Renzo Ientile dell’Università di Catania.
L’esemplare, ritrovato in difficoltà nei giorni scorsi in un’area adiacente alla grotta dal sig. Emilio Monello, era stato consegnato agli esperti dell’ateneo catanese Salvatore Costanzo e Renzo Ientile e poi preso in carico dal dott. Luigi Calabrese del Fondo Siciliano per la Natura.
Ieri mattina, dopo le cure del dott. Antonio Aiello della Clinica Veterinaria Respighi, ha finalmente ripreso il volo.
«L’Occhione è un uccello molto raro in buona parte dell’Europa, tuttavia presente in Sicilia con buone popolazioni – spiega l’ornitologo Renzo Ientile dell’Università di Catania -. Si tratta di una specie protetta e riconosciuta dalla comunità europea come meritevole di speciali misure di conservazione».
«Il nome deriva dai grandi occhi che gli consentono di essere attivo di notte o al crepuscolo – aggiunge l’ornitologo -. Per queste abitudini notturne facilmente passa inosservato in natura, è facile però sentirne il canto serale. Frequenta ambienti aperti e i margini delle zone umide, non di rado occupa pascoli o seminativi. A terra corre molto velocemente, non a caso in dialetto siciliano è chiamato ‘liprazzino’ perché appunto corre come una lepre».
Soddisfazione è stata espressa dal direttore della riserva naturale “Grotta Monello”, caratteristica per la cavità che presenta particolari stalattiti e le stalagmiti, Salvatore Costanzo che ha evidenziato come «in un momento di forte criticità per le riserve siracusane aggredite da numerosi incendi dolosi sia stato conseguito un risultato apparentemente piccolo, ma fortemente simbolico, frutto di uno sforzo corale che ha coinvolto alcuni residenti, l’ente gestore con le sue professionalità e i veterinari volontari del Fondo Siciliano per la Natura».