Cronaca

COSENZA: ESEGUITE MISURE CAUTELARI PERSONALI NEI CONFRONTI DI 61 INDAGATI E SEQUESTRATE 3 AZIENDE

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Nella giornata odierna, i militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza, coadiuvati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, Catanzaro e Crotone, dei Reparti Parco e del Comando Regione Carabinieri Forestale, con il supporto del 14° Battaglione mobile e del 8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, con un impiego di circa 400 Carabinieri, e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cosenza hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misura cautelare personale e reale emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, nei confronti di numerosi indagati e nr. 3 società, per reati relativi, rispettivamente, all’attivita’ organizzate per il traffico illecito di rifiuti, alla ricettazione e al riciclaggio di quantitativi, anche ingenti, di cavi di rame di provenienza illecita, e riguardanti in particolare il territorio di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza.
Il provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di
Catanzaro, ed eseguito con il coordinamento del Procuratore della Repubblica dott. Nicola
Gratteri, del Procuratore Aggiunto dott. Vincenzo Capomolla, dei sostituti Procuratori dott.
Domenico Assumma e dott. Vito Valerio, ha riguardato, complessivamente, nr. 61 indagati,
nei confronti dei quali, nello specifico, sono state applicate n. 5 misure cautelari degli arresti
domiciliari, n. 28 misure cautelari dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e n. 28
misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, nonché il sequestro di
numerosissimi automezzi, strumentali ai reati contestati.

Nei confronti delle 3 società operanti nel settore dei rifiuti e del commercio di rottami ferrosi,
con sede, rispettivamente, in Calabria e Campania, è stato eseguito il sequestro preventivo
quali quote sociali e degli interi patrimoni aziendali.
La complessa attività di indagine (convenzionalmente denominata “Efesto 2”), che trae
origine da alcuni controlli effettuati dai Carabinieri Forestali di Cosenza presso una nota
società di Montalto Uffugo (CS), ed è stata svolta dal Nucleo Investigativo di Polizia
Ambientale Agroalimentare e Forestale di Cosenza, si è avvalsa dell’attività tecnica
d’intercettazione e videosorveglianza supportate da una minuziosa attività di riscontro
documentale e dalle classiche attività di pedinamento.
Gli esiti di indagine, accolti nella ordinanza cautelare, hanno delineato la gravità indiziaria a
proposto della commissione dei delitti di “attività organizzata per il traffico di rifiuti”,
ricettazione e riciclaggio di cavi e manufatti in rame.
In particolare, è emerso come i titolari della società abbiano messo a disposizione la propria
azienda, diventata il centro nevralgico del traffico di rifiuti e del rame, e in quel luogo, con
l’apporto dei diversi concorrenti, il metallo veniva recuperato, pesato, ceduto combusto ed
occultato, al di sotto di carichi apparentemente legali, prima della vendita a terzi acquirenti.
La stessa società, inoltre, ha acquistato e poi ceduto ingenti quantitativi di rifiuti, in parte
pericolosi e illecitamente conferiti, omettendo qualsiasi tipo di trattamento, attestando
falsamente la loro cessazione dalla qualifica di rifiuto predisponendo tutta la documentazione
necessaria a simulare la tracciabilità dei rifiuti e dello stesso rame (sottratto furtivamente
anche ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia e di telecomunicazioni, e la cui
provenienza furtiva si tentata di occultare anche con la distruzione della guaina isolante,
mediante la combustione dei cavi, per eliminare ogni traccia utile alla identificazione dell’ente
proprietario).

Si è rilevato che, nell’ambito dell’attività della società, i veicoli sono stati rottamati senza
rispettare la normativa di settore e i motori rivenduti in altre regioni, attestando falsamente la
loro bonifica dagli elementi inquinanti pericolosi, quali oli esausti e liquidi refrigeranti.
L’attività d’indagine ha consentito di rilevare che, a fronte di complessivi n. 3.400 conferimenti
all’interno dell’azienda di Montalto Uffugo, soltanto 58 di essi sono risultati regolari, in quanto
all’interno dell’azienda veniva introdotto ogni tipo di rifiuto, tra cui batterie esauste al piombo,
oli esausti di veicoli, elettrodomestici, cartellonistica stradale, lampioni, veicoli fuori uso, rifiuti
ferrosi di ogni tipo; di contro, in ben 374 episodi sono stati conferiti cavi o manufatti in rame di
illecita provenienza per un giro di affari totale stimato in circa 2 milioni di euro annui.
Le attività investigative sono state ulteriormente arricchite da specifici approfondimenti
patrimoniali, condotti dai Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, che hanno
consentito di ricostruire e quantificare il patrimonio aziendale delle 3 società coinvolte –
ubicate in provincia di Cosenza e in Campania con sede secondaria nel Lazio– e dunque
apporre il vincolo cautelare reale sulle quote sociali e degli interi patrimoni aziendali, per un
valore stimato complessivo pari ad € 10 milioni