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Catania: giunta delibera restauro portoni San Nicolò l’Arena

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La Chiesa monumentale di San Nicolò l’Arena sarà presto sottoposta a mirati interventi di restyling. La giunta comunale, presieduta dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi, ha deliberato, su proposta dell’assessore alla Cultura Barbara Mirabella, l’atto di indirizzo per il restauro dei tre grandi portoni del prospetto principale che si affaccia su piazza Dante. Il costo è fissato in 35 mila euro,  finanziati con la tassa di soggiorno che è destinata a interventi in materia di turismo e di manutenzione riguardanti anche la fruizione e il recupero dei beni culturali. Tra questi rientra a pieno titolo la chiesa del complesso dei Benedettini, che costituisce una delle maggiori attrazioni turistiche cittadine.

I portoni dell’edificio, costruito dopo il terremoto del 1693, sono da collocarsi presumibilmente agli inizi del XIX secolo, come frutto del lavoro di maestranze catanesi: esperti falegnami, che utilizzarono legno di castagno, e fabbri (per le serrature).

L’intervento urgente di restauro sui tre ingressi si è reso necessario per il degrado del materiale ligneo causato dall’esposizione agli sbalzi igro-termici e alle intemperie, che pongono un grave pregiudizio alle strutture e al valore estetico delle opere.

I lavori riguarderanno la pulitura, il consolidamento e la ricostruzione delle parti decorative deteriorate, l’intonazione cromatica delle parti integrate secondo le indicazioni della Soprintendenza, la verifica, lubrificazione e registrazione degli elementi di movimentazione e chiusura delle porte (cardini, cerniere, serrature), la revisione di tutti gli elementi meccanici ed estetici presenti sui portoni, e la regolare rimessa in funzione di apertura e chiusura di tutte le ante. Saranno anche ripristinati alcuni dei gradoni di accesso al monumento.

La Chiesa, edificio di culto cattolico più grande e alto di Sicilia, rappresenta un gioiello di architettura incompiuta, con un imponente prospetto a metà tra tardo barocco siciliano e neoclassicismo progettato da Carmelo Battaglia Santangelo nella seconda metà del XVIII secolo.